Paola Suraci e l’editing della scacchiera della luna

Buongiorno, oggi siamo di nuovo in compagnia di Paola Suraci.

Editor, correttore di bozze, ci vuole mostrare qual’è la differenza tra i due ruoli, anche se questi possono essere svolti dalla stessa persona.

Gentile e veloce nelle risposte, è un piacere dialogare con lei.

Ma passiamo alla parte pratica…

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Ed ecco l’editing del racconto “La scacchiera della luna”, già proposto in questo blog, ma ora finalmente dettagliato.

Trama: Il racconto presenta una trama semplice e lineare ma piatta e senza climax a scandire il ritmo narrativo, nonostante l’avventura soprannaturale che i personaggi vivono. Non basta dire che “Ciò che videro li lasciò senza parole”, oppure “Non avevo parole per esprimere il loro stupore”, per creare tensione. Devo vivere con i personaggi la loro avventura e non essere uno spettatore passivo.

Messaggio dell’autore: la storia è una metafora sul superamento della fase adolescenziale e l’ingresso nella vita adulta con un pizzico di dark e di avventura. La vita è un gioco in bilico tra la vita e la morte, tra ciò che è importante e ciò che non lo è.

Selene, la protagonista, è una ragazza solare e vivace a cui piace giocare e vincere, perché le hanno insegnato (chi non si sa) che solo gli audaci vincono. il suo però è un gioco infantile e immaturo e non rispecchia per nulla il messaggio dell’autore. Attraverso l’entità, chiamata Morte, si cerca di ribadire questo messaggio, ma risulta confuso e poco chiaro. L’invito a vivere ogni attimo della vita al massimo e la ricerca della felicità può essere definito un gioco?

I personaggi: Selene e Ilay sono descritti fisicamente ed emotivamente, risultando freddi e irreali. Io non percepisco le loro emozioni ma le leggo. Come attori che si muovono su un palcoscenico, ognuno recita la propria parte. La Morte, la cui personificazione è associata a un’entità neutra (né buona né cattiva), è paragonabile a un demone infernale in cerca di sangue. Non mi riferirei a tale entità dandole l’appellativo di Morte ma cercherei/inventerei un nome che rispecchi il personaggio presente nel racconto.

L’ambientazione: il luogo in cui si svolge la trama è Ferentino, una città del centro Italia, reale ma non realistica. La descrizione dell’ambiente è vaga e frammentaria. Il ritrovamento di una necropoli sotterranea così imponente nel cuore di una cittadina medievale arroccata su un colle non è verosimile, soprattutto per la natura rocciosa del terreno. Essendo un luogo di fantasia ambienterei la necropoli in uno spazio chiuso, magari nei sotterranei di un edificio.

Ho fatto una prima correzione di refusi e tempi verbali, uniformato in parte il testo (interlinea e colore), eliminato le parti che ho ritenuto superflue o ripetitive, modificato frasi e verbi che potevano appesantire i periodi. In questa fase non mi sono soffermata sulla punteggiatura da rivedere a editing completato insieme a un giro di bozze finale.

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2 pensieri riguardo “Paola Suraci e l’editing della scacchiera della luna

  1. Credo sia importante una persona che ti faccia notare certe cose, ma leggendo i commenti mi viene da dire che sarebbe tutto da riscrivere, quindi mi chiedo: a un racconto che non impatta che si fa? Non è più editing, vero? Che trama suggeriresti per renderlo entusiasmante? È un “racconto salvabile”?

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  2. Effettivamente la parte sulla morte è confusa, non si capisce il gioco né il richiamo del titolo. Però è anche la parte più importante del racconto. Ci sono dei “trucchetti ” per salvare i racconti?

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